Gran Canyon – Williams – Palm Springs

Partenza da Cameron in direzione GRAN CANYON lungo la 64 una strada davvero panoramica che segue il corso del LITTLE COLORADO.

Ci siamo fermati a vedere dei Canyon su questo affluente del COLORADO e abbiamo fatto bene. Anche qui le pareti sono a strapiombo come all’horseshoe.

Arrivati all’ingresso del GRAN CANYON siamo entrati con la nostra tessera, che alla fine dei conti abbiamo davvero, ben ammortizzato.

Ci siamo fermati al primo punto panoramico, con una torre simil antica che vale davvero la pena visitare perché consente di avere un visuale perfetta su quello spettacolo immenso.

Uno spettacolo di dimensioni talmente grandi da risultare quasi inconcepibile per il mio cervello. Alla fine l’impressione che mi dava era quella di uno scenario dipinto su una tela, troppo bello, troppo immenso per cogliere la profondità, l’altezza la reale distanza di quella lingua d’acqua che scorreva laggiù in fondo e che si riusciva a vedere a malapena.

Comunque tutto bellissimo, ne vale davvero la pena.

Abbiamo proseguito lungo la strada principale in direzione GRAN CANYON VILLAGE fermandoci in tantissimi punti di osservazione. Purtroppo non siamo stati fortunatissimi con le condizioni meteorologiche era molto nuvoloso e a tratti addirittura pioveva, ma nulla che abbia rovinato lo spettacolo.

Anche tutto l’ambiente che è comunque a più di 1800 metri era davvero interessante. Foreste frequentate, da cervi, orsi e puma molto belle da vivere per passeggiate alla scoperta di vegetali strani e piccoli animali.

Il villaggio è servito addirittura dalla ferrovia.

Ci sono tante casette di legno che vengono affittate ai turisti e che la prossima volta che vengo mirerò di sicuro ad affittare. Deve essere fantastico vivere il tramonto e l’alba direttamente sul Canyon.

Lasciato GRAN CANYON VILLAGE ci siamo diretti a sud verso WILLIAMS.

WILLIAMS è un villaggio lungo la ROUTE 66, diciamo che è stato il primo e unico nostro vero contatto con la ROUTE 66, il villaggio è pieno di negozietti e ristoranti in tema: cartelli 66 ovunque, statue di Elvis, auto d’epoca parcheggiate lungo i viali e sopra i tetti delle case, bandiere americane, addirittura una piccola ricostruzione di un cittadina vecchio west con tanto di Jail.

Abbiamo passeggiato un po’ fra i negozi e e poi ci siamo concessi un pranzo in una ristorante birreria artigianale. Location davvero carina, cameriera simpatica, cibo e birra ottimi, abbiamo speso molto di più rispetto al nostro standard fast food, ma ne valeva davvero la pena.

Direi che Williams merita una visita, anche solo per un paio d’ore.

Di lì siamo ripartiti in direzione LOS ANGELES, abbiamo prenotato un hotel con ampia piscina a PALM SPRINGS in modo da potersi rilassare un po’. Il viaggio è stato davvero interessante abbiamo percorso un lungo tratto di ARIZONA e poi siamo ritornati in CALIFORNIA.

La cosa che davvero mi ha stupito è che fra i confini dei due Stati c’è una vera e propria dogana per il controllo dei documenti, alla faccia della federazione. Forse perché quello con l’Arizona è uno degli confini più perforati dai messicani che cercano di entrare negli USA boh???

Superato il controllo abbiamo imboccato una strada 95, una strada più piccola di quelle immense a cui eravamo abituati e per di più molto frequentata da camion. Una strada che taglia il deserto del Mojave e che nella parte finale costeggia il corso del COLORADO.

Siamo passati da Blythe una piccolissima cittadina che qualche giorno dopo il nostro ritorno in Italia è salita all’onore delle cronache per un incendio unito ad un tornado che per fortuna non ha avuto effetti devastanti ma è risultato davvero impressionante.

Anche quando siamo passati noi era davvero caldo!!!! 114 gradi davvero impressionanti, non si riusciva a tenere la mano appoggiata al finestrino, per fortuna che il nostro Pathfinder aveva un sistema di aria condizionata davvero fantastico.

Abbiamo letto un altro libro durante il percorso per evitare di pensare al fatto che se si fosse fermata la macchina ci saremmo trovati davvero in mezzo al nulla e con il passaggio di poche auto.

Finalmente siamo arrivati al nostro HOTEL a PALM SPRINGS. Città in mezzo al deserto diventata famosa per una sorgente termale e quindi cresciuta a dismisura come centro turistico pieno di hotel e piscine.

Un caldo davvero soffocante anche di notte.

E’ stato bello scoprire che la piscina era aperta fino a mezzanotte. Ce la siamo davvero goduta.

Il giorno dopo abbiamo replicato.

Poi ci siamo diretti verso LOS ANGELES.

Avevamo come obiettivo quello di trovare prima un WENDY’S con bevande a refill libero e poi zona shopping per cercare le scarpe per Bruno.

Wendy’s lo abbiamo trovato ma abbiamo dovuto girare molto e alla fine accontentarci di uno di quelli dove il refill non è libero.

Ci siamo poi diretti in zona MELROSE e abbiamo trovato davvero un sacco di fantastici negozi di scarpe.

Abbiamo trovato anche le YEEZY…. In diversi negozi, alcuni con prezzi davvero inavvicinabili, poi all’improvviso un negozio con centinaia di YEEZY BUTTER a prezzi scontati. Le abbiamo prese…

Infine HOTEL vicino all’aeroporto…. MOTEL 6 … la prima volta che abbiamo usato un MOTEL 6 catena davvero molto diffusa.

La zona dell’HOTEL era veramente bruttissima e mal frequentata, l’hotel aveva un parcheggio interno quindi almeno la macchina era al sicuro. La blatta gigante caduta sopra al ginocchio di Bruno mentre era in bagno è stata un qualcosa di cui avremmo volentieri fatto a meno, ma tantè….

Il giorno 18 siamo ci siamo diretti a riconsegnare l’auto e di lì all’aeroporto. La riconsegna è stata veloce e senza problemi.

Anche le procedure di imbarco sono state veloci, avevamo fatto il check in on line il giorno prima e quindi è stato sufficiente appoggiare i nostri passaporti su delle macchinette automatiche per stampare la nostra carta d’imbarco e le etichette da apporre sui bagagli.

Viaggio lungo ma tranquillo.

Bagagli arrivati!!!

Tutto ok!

4500 MIGLIA – PIU’ DI 7000 KM

Bella la strada!

 

Arches Park – Monument Valley – Antelope Canyon – Horseshoe Bend – Cameron

Lunga tappa di trasferimento. Ne vale sempre la pena perché il viaggio on the road è fantastico. Panorami diversi, che cambiano improvvisamente. Per impegnare in modo proficuo il tempo durante il viaggio abbiamo letto a voce alta, a turno, un libro e lo abbiamo finito.

A pomeriggio inoltrato siamo arrivati ad Arches, il tempo non era dei migliori con nuvole che si ammassavano all’orizzonte. Abbiamo fatto un paio di brevi escursioni andando a vedere le cose più importanti e uscendo siamo stati salutati da uno stupendo arcobaleno che si stagliava sopra gli archi di pietra.

Proseguendo verso la Monument Valley, abbiamo fatto tutto il viaggio con all’orizzonte una tremenda tempesta di lampi. Bruno si è impegnato per riuscire a fotografarli e c’è riuscito diverse volte.

La strada in mezzo a montagne spaccate e improvvise curve ad angolo retto segnalate da frecce gialle che comparivano in mezzo alla strada all’improvviso e sembravano sbarrarla indicando verso il vuoto (sembrava di essere in un cartone di Willy il coyote) è stata una esperienza davvero “interessante”. Siamo arrivati all’hotel gestito da Navajo, gentili e disponibili.

Hotel trading post…  anticamente strutture adibite al commercio di prodotti con le popolazioni native.

La mattina ci siamo alzati presto, abbiamo bevuto il caffè gentilmente offerto dall’hotel e siamo partiti.

Eravamo veramente vicini alla Monument Valley per cui dopo poche curve abbiamo inizia a vedere il tipico panorama fatto di grandi Butt e Mesa. Strada diritta e lunga che porta verso uno dei luoghi più iconici del mondo! Ci siamo ammazzati di fotografie. È stato veramente bello avvicinarsi ascoltando musica country anni 80 e 90.

Arrivati, all’ingresso del parco abbiamo pagato il biglietto (qui la tessera non vale perché il parco è in territorio Indiano), abbiamo visitato la valle con la nostra macchina (il Pathfinder non ha certo paura di un po’ di sterrato). Una strada sterrata percorre tutto il parco.

Lo abbiamo percorso in lungo e in largo andando a cercare Artist’s Point che la guida diceva essere il punto migliore al mattino. Bruno si è sporto dalla macchina sedendosi sul finestrino aperto. Se l’è goduta, lui così sempre attento e ligio al rispetto delle cinture allacciate, s’è lasciato andare: paesaggio meraviglioso, aria fra i capelli… uno spettacolo. Ho guidato molto piano per evitare problemi.

Il luogo è veramente bello. Abbiamo fatto un paio di passeggiate a piedi e poi siamo ripartiti alla volta di Antelope Canyon.

Leggendo la guida abbiamo appreso che il Canyon è diviso in due parti Upper and Lower Canyon. L’upper è la prima parte ad essere stata aperta al pubblico, per anni è stata la più frequenta e la più consigliata dalle agenzie, così quando il Lower è stato aperto all’inizio, anche se il tratto visitabile è più lungo, era molto meno frequentato ed anche molto più economico. Ovviamente le voci corrono e nel giro di breve anche il Lower è stato assalito dalle folle dei turisti.  Abbiamo comunque puntato sul Lower e abbiamo scoperto che ci sono due strutture Ken’s tour e Lower antelope tour. 

Ken’s tour è più organizzato, ma lavora quasi solo ed esclusivamente su prenotazione on line e quindi ci hanno detto subito che non c’era possibilità di fare la visita in giornata. La Lower antelope lavora molto più con prenotazioni fatte anche in giornata, quindi ci ha trovato posto. 3 biglietti per il turno delle ore 3,15 del pomeriggio per la bella cifra di 150 dollari circa (50 a testa).

Sono stato comunque soddisfatto, mi sarebbe dispiaciuto non vedere l’Antelope. Il problema adesso era capire che ora fosse! Antelope si trova in Arizona, l’Arizona ha il fuso orario mountain un ora in più rispetto al pacific della California ma uguale a quella dello Utah da cui venivano noi, solo che l’Arizona non applica l’ora legale e quindi durante il periodo estivo ha un ora in meno rispettoallo Utah, ma dentro le riserve alcuni capi indiani adottano l’ora legale… quindi che cosa significa avere l’appuntamento per le tre? Io credevo fosse l’una ma poi ho guardato sulla ricevuta dell’acquisto e ho scoperto che invece erano le 12. Avevo guadagnato un’ora di vita. Sincronizzati gli orologi con l’orario indicato sulla ricevuta siamo andati a pranzo e poi siamo tornati con calma.

Eravamo un po’ delusi perché il tempo si stava mettendo al brutto e di sicuro il momento migliore per visitare il canyon è con il massimo del sole, visto che è proprio la luce potente del sole a dare vita a tutti quegli effetti di colore che affascinano i visitatori. Pero anziché arrabbiarci abbiamo cercato di prendere le cose come venivano. Eravamo contenti di essere lì eravamo contento di aver trovato posto, volevamo goderci il momento per quello che era… e sono stati ripagati. Di sicuro il momento migliore per veder il canyon è dalle 11 all’una del pomeriggio, ma a noi è piaciuto tantissimo comunque. La nostra guida, una ragazza indiana di corporatura minuta che studia chimica a San Francisco e durante l’estate torna a casa per guadagnare un po’ di soldi, ci ha insegnato ad usare le funzioni più nascoste delle macchine fotografiche dei telefoni e ci ha mostrato alcuni punti per scattare foto particolari. C’è poco da dire le foto le avrete viste tutti, il canyon merita una visita!

Usciti davvero contenti e soddisfati abbiamo dato anche una mancia alla nostra guida (c’era un cartello che diceva Gratuity ben accetta) poi siamo ripassati davanti alla biglietteria e ho notato un cartello che la mattina non avevo visto, “ per rispetto delle norme sanitarie e delle tradizioni indiane è fatto divieto di spargere la cenere dei propri cari nel canyon” se hanno dovuto scrivere un cartello significa che il fenomeno era davvero diffuso… mah! 

Lasciato Antelope siamo andati verso L’Horseshoe Bend. Un’ansa del fiume Colorado a forma di ferro di cavallo. Davvero impressionante.

E’ davvero vicino ad Antelope, lungo la statale che da PAGE va giù verso il Gran Canyon. Parcheggiata l’auto in un parcheggio molto segnalato, bisogna fare un sentiero lungo circa 1 km e si arriva su questa immensa terrazza sul fiume Colorado. Le pareti sono molto ravvicinate e a strapiombo sul fiume, quindi si ha immediatamente la percezione del dislivello fra il punto in cui si è e il fiume.

C’è una parte centrale con ringhiere in ferro ma è molto breve, tutto il resto del bordo del canyon è completamente libero.

Le persone si avvicinano al baratro per scattare foto, con una tranquillità e una sicurezza che ho trovato davvero inquietanti. Onestamente non c’è bisogno di rischiare tanto, le foto vengono bene anche a un metro e mezzo dal bordo non ci devi per forza andare a 5 cm. Io avevo la sensazione stranissima che sporgendomi per fare foto avrei finito per far cadere il telefono. Insomma non ero tranquillo e si deve essere visto perché Cristina e Bruno hanno iniziato a prendermi in giro. In ogni caso dopo un po’ la sensazione è sparita. Abbiamo incontrato qui il primo gruppo di Italiani. Effettivamente è stata una vacanza molto ITALIAN FREE ….

Sul Colorado, giù in fondo c’erano Canoe che sembravano davvero piccoli pezzi di lego tanto eravamo distanti.

Siamo ripartiti soddisfatti della giornata davvero piena di emozioni, direzione GRAN CANYON. L’albergo lo abbiamo trovato usando GOOGLE MAPS e poi un sistema di prenotazione diretta e non Booking come al solito. Stranamente infatti Booking non indicava nessun Hotel a CAMERON.

Il trading post di Cameron è stato davvero una bella sorpresa. Una struttura molto grande, che sorge sul corso del Little Colorado. Comprende hotel, ristorante, e un mega negozio con ogni ben di Dio. Credevo che fosse una scelta originale, ma in realtà anche qui abbiamo trovato diversi gruppi di Italiani e quindi probabilmente è segnalato in diverse guide, che non non abbiamo visto.

Aveva un giardino interno molto rigoglioso, con canalizzazioni di acqua corrente e con postazioni per Barbecue, davvero interessante per un posto che sorge in mezzo ad un deserto.

Effettivamente tutta la strada da Page a Cameron attraversa un desolante deserto, anche qui ogni tanto una capanna o una roulotte isolata, oppure un piccolo raggruppamento misto a costituire un villaggetto. Ho pensato che questo grande paese offre delle opportunità immense, ma se non hai la fortuna o le capacità per coglierle davvero ti trita e ti distrugge. Pensare ad una vita passata in una di quelle baracche mi sono sentito male. Anche fare dei figli in quel contesto, che tipo di opportunità gli potrai mai offrire? Ma una cosa bisogna dirla anche in corrispondenza del più piccolo buco abitato c’era un segnale di fermata dello School bus e quindi forse in qualche modo tutti hanno qualche possibilità!

La cena a base di pesce per Bruno e di Tortiglia Navajo per noi con la sorpresa che in territorio Navajo non si servono alcolici nemmeno a tavola. Gli americani in effetti si facevano portare tutti dei semplici bicchieri di acqua con ghiaccio. Noi ci siamo concessi una birra analcolica (non avrei mai pensato di cadere tanto in basso) che comunque non era neanche male.

 

 

Yellowstone

La sera alle 6 circa siamo arrivati nel nostro piccolo chalet di legno, ci è costato abbastanza, attorno a 150 dollari al giorno, ma era veramente vicino all’entrata del parco quindi ne è valsa la pena.

Siamo andati in esplorazione, il parco è sempre aperto. Abbiamo potuto godere dei geyser del Lower e middle basin al tramonto….. davvero tanta roba.

Non pensavo ci fossero tanti gaiser. Siamo arrivati fino all’old faithfull e poi siamo tornati indietro. Era tardi, attorno alle 10, tutto era chiuso tranne McDonald’s e allora ci siamo concessi per la prima volta dall’inizio del viaggio.


Il giorno dopo Norris basin, una passeggiata di 3 miglia circa in un paesaggio lunare in mezzo al geyser.
Poi siamo andati al Yellowstone Gran canyon con le due cascate Lower (la più grande) e upper (la più piccola). Che dire davvero senza parole: il canyon più bello che abbiamo visto in tutto il viaggio, con queste pareti di roccia gialla che contrasta con l’azzurro limpido del cielo.


Abbiamo percorso i 2 sentieri che portano al view point e sopra alla cascata!
Poi ci siamo fermati al turistic information center di Gran canyon e abbiamo preso una birretta. Incredibile come avessero il caminetto acceso per fare “ambiente” e l’aria condizionata sparata al massimo.
Un po’ provati dalla birra ci siamo diretti sulle sponde del Yellowstone Lake… passando abbiamo visto mandrie di bisonti che pascolavano ai bordi delle strade.

 

Il lago è davvero bello, dietro al turistic center di Fishing bridge c’è una spiaggia dove si può fare il bagno…. e li siamo andati e Bruno ovviamente ha fatto il bagno.

Rilassati e dopo aver fatto decantare l’effetto della birra siamo andati all’Old faithfull che abbiamo visto esplodere nel suo getto di oltre 9 metri di altezza. Poi siamo tornati in albergo. Abbiamo fatto un giro per il paesino, che sembra davvero vecchio West e visitato i negozi di souvenir, uno o due carini gli altri ……no).
Il terzo giorno: visita al  gran prismatic sprig, che avevamo visto solo al tramonto e volevamo vedere con la luce piena, ma al mattino presto non va bene perché c’è troppo fumo vista la differenza fra la temperatura dell’acqua e quella dell’aria.

Abbiamo fatto un giro a Firehole spring che non era segnalato dalle guide ma invece si è rivelato bellissimo con un geyser che spruzza ogni mezz’ora e che ci è piaciuto molto.

Poi siamo partiti alla volta di Mamoth vicino all’entrata nord. Una serie di vasche di travertino che in estate dicono poco perchè tutte secche. Ma comunque sono da vedere e soprattutto è da fare il giro con la macchina lungo la upper panoramic trail c’è è la parte che ci è piaciuta di più.

Procedendo verso l’entrata nord siamo arrivati in un punto deve le guide segnalavano un buon punto per fare il bagno. Una sorgente di acqua calda che confluiva nel fiume freddo. Arrivati sul posto abbiamo trovato il sentiero chiuso, la temperatura della sorgente calda è aumentata molto negli ultimi mesi rendendo pericoloso fare il bagno. Visto che eravamo andati lì appositamente abbiamo ignorato di cartelli e abbiamo percorso  sentiero solo per vedere la sorgente, mai avremmo infranto il divieto di fare il bagno.

Il sentiero valeva proprio la pena e anche vedere la sorgente Boiling River è stato bello. Ci sentivamo però degli abusivi, anche se per la verità abbiamo incontrato qualche americano lungo il percorso. Al ritorno abbiamo visto in lontananza dei ranger e un po’ ci siamo spaventati, per fortuna erano dall’altra parte del fiume. In ogni caso tornando alla macchina ci siamo accorti che dietro il cartello di divieto era stata occultata una telecamera e che quindi la nostra “bravata” è stata registrata.
Siamo andati a fare il bagno poco più avanti dove era permesso. Tornando abbiamo incontrato una comunità di cani della prateria… animaletti davvero simpatici e carini.

Tornado siamo andati a rivedere l’ipotesi basin e una nuova eruzione dell’old faithfull. Abbiamo visto, cervi, daini e bisonti purtroppo non orsi.


Uscendo vicino alla svolta per West yellowston abbiamo imboccato la strada che percorre il canyon del Firehole river… molto bella, con un punto per fare il bagno davvero spettacolare.
Finito in bellezza siamo ritornati soddisfatti alla nostra casetta.

 

Salt Lake City

Salt Lake City ci ha dato la possibilità di conoscere la religione Mormone. La Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli ultimi giorni, così si chiama per la precisione.

ù

 

Abbiamo letto un sacco di cose sull’origine, sui dogmi, sulle abitudini, sul battesimo postmortem, sull’importanza che danno alla storia familiare di ognuno e quindi sull’archivio creato e consultabile per stabilire la propria genealogia. Sospendo ogni giudizio, io rimango Cattolico.

La cosa che posso però dire è che sono rimasto davvero impressionato dalla differenza di valori fra gli Stati che ho attraversato, la California, permissiva e gay friendly, il Nevada dove gioco e prostituzione sono legali e poi lo Utah dove non si può parlare di Gay, dove vivono leggine abitudini molto restrittive e anche la navigazione internet verso certi siti è controllata… pensare che stati così diversi possano far parte della stessa Unione, mi stupisce davvero tanto. Evidentemente sono altri i valori che uniscono il popolo americano, l’amore per la patria ad esempio, ma non deve essere per nulla facile fare campagna elettorale in questo grande paese.

Salt Lake è una cittadina moderna, ordinata, pulitissima, abbiamo visitato il centro con le chiese e i palazzi della religione di Gesù Cristo e dei santi degli ultimi giorni(mormoni) poi siamo andati a fare shopping in un centro commerciale abbiamo comprato qualche jeans Levi’s che costano la metà rispetto all’Italia. Ho parlato di calcio con la commessa Indiana (dell’India) del centro commerciale. È tifosa di calcio, sta seguendo i mondiali tifando Brasile (peccato che sia già fuori), gli ho detto che io comunque sono contento perché Ronaldo viene alla Juve, lei mi ha risposto che lo sapeva benissimo visto che la sua squadra preferita è il Real e che la partenza di Ronaldo l’ha colpita.

Siamo andati a vedere il grande lago salato e precisamente siamo andati a vedere la piccola isola di Antelope che si trova al centro. La zona è parco e quindi bisogna pagare 10 Dollari a macchina.

Lo scenario del lago è molto bello, si può fare anche il bagno, unica pecca i moscerini che vivono a milioni in quel luogo e che sono la base della catena alimentare. Abbiamo fatto un’escursione, abbiamo rischiato di essere punti da un Ragno, poi siamo partiti.

Mi è piaciuto il luogo ma la voglia di arrivare a Yellowstone era davvero tanta.

Zion Canyon – Bryce Canyon

Prima di lasciare Las Vegas ci fermiamo in un disconut  di cui avevamo letto grandi cose e poi partiamo per Zion Canyon
Ci siamo fermati lungo la strada a pranzare e per la prima volta nel nostro viaggio ci siamo fatti un hamburger da Wendy … una catena che vanta 50 anni di storia e che si fa vanto del fatto di non usare mai carne surgelata ma solo fresca.
È stata una bella esperienza anche perché ho scoperto che hanno una insalata con anche mirtillie e fragole che mi ha fatto impazzire!!!

Ottima davvero, in più hanno il massimo del sistema refill.

Vale a dire una torre con uno schermo a cui sono collegati tutti i tipi di bevande disponibili, non le ho contate ma devono essere più 100, tu scegli quella che vuoi e ne prendi come è quanta ne vuoi, sempre con ghiaccio ovviamente. Gli americani vanno pazzi per il ghiaccio. Anche lungo la strada I benzinai hanno macchine che vendono sacchi di ghiaccio. Le persone si muovono con casse termiche che riempiono con il ghiaccio. Non mettono in fresco le bottiglie, mettono il ghiaccio nelle bevande e nell’acqua. Tutti gli alberghi (anche le topaie) hanno nel corridoio o alla reception una macchina del ghiaccio, che produce cubetti, in ogni camera c’è un secchiello da riempire. In quasi tutti gli alberghi c’è anche la macchinetta per fare il caffè filtrato ovviamente.
Prima di entrare nel Canyon vi fermiamo in un negozio che fuori ha mucchi di pietre di diverso tipo che vende un tanto al pound, qualche dollaro al pound.
Fantastico per me e Bruno.


Ci fermiamo un po’ di tempo e facciamo qualche acquisto.
Zion è bellissimo.
Lasciata la macchina all’ingresso c’è un pullman navetta che risale il canyon facendo un totale di 9 fermate. Il Canyon è molto stretto e con dei colori meravigliosi è stato scavato dal Virgin river, un fiume non tanto grande ma soggetto a violenti Flash flood, piene improvvise che distruggono tutto e possono essere anche mortali per i visitatori. Si chiama Zion perché i primi che lo hanno scoperto erano Pellegrini e visto lo splendore di quel luogo hanno pensato ad una nuova terra promessa, la nuova Sion. E chi potrebbe dargli torto, una vallata ricca di vegetazione in mezzo al deserto!La nostra fermata è l’ultima la numero 9, ci abbiamo messo una ventina di minuti ad arrivare e il viaggio è stato piacevole perché nel pullman un disco ci ha raccontato la storia e le caratteristiche della valle.

Facciamo l’inizio della camminata che si chiama Narrow. Una camminata che si svolge prima lungo il corso del fiume, poi dentro il fiume, man mano che si sale la valle diventa sempre più stretta fino ad arrivare ad essere un paio di metri. Per fare tutto il giro occorre un permesso speciale e un’autorizzazione dei Ranger. Noi non siamo così estremi, ci facciamo la nostra passeggiata lungo i bordi del Virgin, con decine di scoiattoli che ci vengono a salutare e poi dentro al fiume per un tratto fino ad una cascata.

Bruno fa il bagno e al ritorno si lascia trasportare dalla corrente per fare prima.


Salutato lo Zion partiamo in direzione Bryce Canyon dove vogliamo arrivare per il tramonto.


Il parco prima del Canyon è pieno di daini che pascolano tranquillamente, il Canyon è qualcosa che veramente fa sentire la presenza Creatore, con la luce del Tramonto diventa una cosa da togliere il fiato. I colori rosa e rosso sfumato uno spettacolo. Ci siamo fermati su una panchina a rimirare quello spettacolo e poi siamo scesi nel Canyon facendo uno dei percorsi di Sunset view.

Ce lo siamo goduti fino a quando c’è stata luce e poi attorno alle 9, 9,30 siamo partiti per Salt Lake City.
Questa tappa è stata esagerata. Dovevo prenotare prima. Ma comunque il fatto di sapere che avevo una struttura prenotata mi ha dato tranquillità. Siamo arrivati poco dopo mezzanotte.
Non ho ancora parlato dei benzinai. La prima volta è stato un po’ un problema. Tutte le pompe, le singole pompe, hanno lo slot dove inserire la carta di credito, solo che se non hai il pin non puoi procedere…. (io ovviamente non mi ero portato il pin della carta) mi sono trovato un po’ in difficoltà ho fatto un po’ di prove poi sono entrato e sono andato alla cassa. In realtà è molto semplice, gli chiedi di precaricare una cifra sulla pompa numero tal dei tali e loro ti fanno un impegno di spesa sulla carta, tu fai il pieno e se la somma della benzina che hai messo è inferiore a quello che hai chiesto ti viene addebitata solo quella cifra. Quindi no problem. Lo scrivo perché io non l’ho capito subito, la prima volta avevo chiesto di caricare 70 dollari (in realtà entrando ho detto Euro e quello giustamente mi ha guardato e ha detto non so quanto è il cambio…) poi quando sono andato a fare il pieno a 65 la pistola si è bloccata… io ovviamente ho continuato a inserire fino a quando la benzina non è uscita dal serbatoio (pirla che sono), non volevo lasciare soldi al benzinai, poi ho letto la ricevuta della carta e mi sono tranquillizzato.

SAN FRANCISCO – SEQUOIA PARK – OLANCHA

Il giorno dopo siamo andati a Cupertino a vedere la vecchi sede di Apple (one infinite loop) e anche la nuova. Mentre la vecchia è aperta al pubblico, la nuova l’abbiamo potuta solo vedere da lontano. Abbiamo visto anche la sede di Tesla, qualche giorno prima correndo per Palo Alto avevo visto anche la sede di Groupon.

Poi siamo partiti direzione Parco di Sequoia.

Siamo arrivati a Sequoia passando dall’entrata Nord, meno frequentata. Non abbiamo trovato fila e abbiamo fatto il pass annuale per tutti i parchi (costa 80 dollari e permette di entrare ed uscire a piacimento da tutti i parchi, è nominativo e quando si entra bisogna mostrare un documento, il costo dei parchi è di 20 Dollari al giorno per macchina, quindi 80 dollari convengono alla grande per chi come noi vuole fare una vacanza concentrata sui parchi). Il parco di sequoia è bellissimo. È alta montagna, e il paesaggio è affascinante, soprattutto dopo aver visto il deserto per centinaia e centinaia di Km lungo al costa.

Siamo andati verso il Generale Grant visitor center, abbiamo pranzato in un ristorante caratteristico e per la prima volta ci siamo trova a fronteggiare il problema del servizio (la mancia) abbiamo lasciato il 12% circa. La cameriere non ci guardano, ti chiedono se devi avere del resto (change) e in ogni caso ringraziano.

A poca distanza c’è il parco del Generale Grant. È la seconda sequoia più grande del parco. Si parcheggia la macchina e si fa una camminata di 15 minuti circa per raggiungerla. Ci sono altre sequoie più piccole e alcune cadute dentro cui si può entrare (il tronco scavato forma delle gallerie all’interno delle quali si può comodamente passeggiare).

È stato davvero piacevole anche perché questa zona del parco è molto meno frequentata rispetto a quella dov’è c’è il Generale Sherman, la sequoia più grande al mondo che si trova vicino all’entrata sud.

Per visitare il Generale Sherman occorre lasciare la macchina in un parcheggio e prendere la navetta. Lo abbiamo fatto. Questa zona del parco è più affollata, quindi mi è piaciuta di più la zona del Gen Grant. Ovviamente entrambe sono molto belle.

Poi lunga strada verso Olancha alle porte della DeathValley. Abbiamo impiegato circa 4 ore e mezza dal parcheggio del generale Sherman al RV parck di Olancia, una strada che fino a quando c’è stata luce ci è sembrata davvero affascinante, una strada verso il nulla del deserto, con montagne ai lati sempre più spoglie, che poi via via cambiavano forma e colore, ad un certo punto siamo passati affianco a colline davvero strane, in cima invece che finire a punta, terminavano con una sorta di cratere con bordi grinzosi, era come se un immenso dito dal cielo avesse spinto le cime delle colline verso il basso facendole rientrare in terra. Bruno ha fatto una battuta un po’ volgare che però ci ha fatto ridere molto perché effettivamente quei crateri grinzosi ricordavano molto….

Siamo passati attraverso montagne spaccate per far spazio alle strade e man mano che ci avvicinavamo alla zona desertica abbiamo potuto notare come la strada diventasse sempre più un lungo rettilineo. Purtroppo, proprio quando è diventato buio (le strade americane sono tutte senza illuminazione) si è alzato un forte vento laterale. Guidare un suv così ampio con quel vento non è stato molto piacevole.

Ad un certo punto ho anche iniziato a pensare che avevo mal programmato il viaggio. Quella sera avremmo dovuto dormire in una tenda in mezzo al deserto e mi dispiaceva arrivare tardi. 

È stato faticoso, con la tensione per il vento ed il desiderio di arrivare, ma alla fine è andato tutto bene e onestamente per fortuna che siamo arrivati tardi, verso le 10. Già lungo la costa ci siamo accorti che gli orari dell’America sono molto diversi da quelli Italiani. Le 9 di sera sono quasi l’orario per i ristoranti. All’interno le cose sono simili. Per fortuna che non avevamo fame perché il ristorante alle 10 era chiuso. Ci hanno dato solo una birra dal negozio. 

In ogni modo il mio rammarico per non aver calcolato di sfruttare meglio la struttura di Olancha è immediatamente svanito. Il posto è veramente in mezzo al nulla più totale. Quindi è stata una bella esperienza ma proprio solo per dormirci. Quindi bene che ci siamo attardati a Sequoia per fare il parco nel migliore dei modi. 

La tenda indiana aveva un diametro di 18 piedi, un pavimento di legno rialzato perfettamente pulito e nonostante fosse aperta in alto, non c’era l’ombra di un insetto. I letti erano due queen bed molto comodi, con biancheria pulitissima. Unico neo la lampada non funzionava. Però c’era energia elettrica per alimentare i cellulari e quindi ci siamo fatti luce con quelli. Il bagno uno unico per tutta la struttura e quindi quell’ora un po’ sporco.

Ma abbiamo preso quella sera per quello che era e cioè una avventura in mezzo al deserto. Il cielo era veramente fantastico, grazie all’assenza di inquinamento luminoso si potevano vedere le stelle più piccole e la via lattea nel suo splendore 

Abbiamo dormito con le coperte perché comunque la notte fa freddo. Poi alle 5 ci siamo svegliati per vedere l’alba e dopo aver fatto colazione e il pieno in un distributore vicino siamo partiti verso la Death Valley.

Una strada davvero fantastica, fatta a quell’ora di mattina poi con i colori tenui dell’alba.

Una cosa che ci rimarrà dentro a lungo. Finalmente mi sembrava di essere entrato nella dimensione “on the Road” del viaggio.